Franco Battiato, un libro di incontri.

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Di Giordano Casiraghi

Non ero ancora nato e già sentivo il cuore che la mia vita nasceva senza amore. Esordiva così Franco Battiato con l’album Fetus. Un capitolo importante nella discografia degli anni Settanta. Battiato è stato un apripista per molti artisti che avrebbero poi intrapreso un cammino musicale sganciato dai luoghi comuni, gli Area su tutti.

Questo spazio serve anche per annunciare un libro su Franco Battiato. Un libro che prende forma decenni addietro, iniziato negli anni Novanta, più volte interrotto. Nel precedente volume Cose dell'altro suono, uscito nel 2020 veniva annunciato ufficialmente, nel decimo capitolo dedicato proprio a Battiato. Al libro partecipano oltre cento tra musicisti, artisti, giornalisti, operatori che hanno avuto occasione di affiancare e lavorare con l’artista siciliano, tutti coinvolti con interviste esclusive a dire la loro su un artista e uomo di grande valore. Unico nel suo procedere. 

Gli inizi al Cab 64 gestito da Velia e Tinin Mantegazza, locale milanese che ha visto transitare numerosi personaggi che avrebbero inciso nel futuro della musica e del teatro, tra questi Cochi e Renato, Maria Monti e Giorgio Gaber. Battiato nel 1965 è lì. È di quell’anno un reportage fotografico di Uliano Lucas che porta in giro Battiato per Milano e provincia per realizzare un servizio fotografico che solo in minima parte finisce su qualche rotocalco d’epoca. Un reportage perlopiù inedito che assume importanza nel libro in preparazione. In quel periodo l’artista faceva coppia con Gregorio Alicata, anch’egli siciliano, già conosciuto per essere stato il tastierista di Edoardo Vianello. Le foto accompagneranno i vari capitoli dove si cerca di portare alla luce alcuni episodi poco noti e per niente approfonditi.

Tra questi il periodo anni Settanta quando l’evoluzione artistica è in grande fermento. Battiato coglie i segnali di quella che viene chiamata avanguardia, si inserisce nell’ambito del Pop Prog. Propone qualcosa di unico, prima abbinando la canzone all’elettronica con l’uso del synth (Fetus e Pollution), per arrivare via via a fare meno delle liriche e approfondire la forza della ricerca sui suoni, tra minimalismo e contemporanea con Sulle corde di Aries (Riley) e Clic (Stockhausen). Sarà il compositore tedesco a imprimere una svolta al modo di fare musica del nostro artista, imponendogli come necessità la conoscenza della notazione classica. Battiato capisce che non può e non deve affidarsi solo all’istinto creativo e dal 1975 medita un’inversione di rotta.

Una prima tournée di avvicinamento alla musica contemporanea e classica è quella con Paolo Castaldi e dopo aver intrapreso lo studio della musica si cimenta con le prime composizioni per piccole orchestre, fino alla composizione di brani come Zâ, Sud Afternoon, L’Egitto prima delle sabbie, Campane, Agnus e altre. Quattro anni dei Settanta procedono su questo filone e l’artista esce automaticamente dai circuiti della musica Pop e Leggera. Niente più televisione e nemmeno passaggi nelle radio libere che in quel periodo erano in grande espansione.

Il 1979 sarà l’anno di un’altra svolta, quella che lo porta a tornare alla forma canzone, prima ancora timidamente con L’era del cinghiale bianco, un album che per molti interpellati nel libro resta uno dei migliori di Battiato. Entriamo negli anni Ottanta e sono quelli dell’affermazione, prima come autore e produttore per Alice: la vittoria al Festival di Sanremo 1981 anticipa di qualche mese l’uscita di quello che diventa il suo più grande successo di vendite. La voce del padrone, ristampato nel 2021, a quarant’anni di distanza ,è andato ancora una volta esaurito. Un capitolo sulla triade L’era, Patriots, La voce prende spunto da appunti e ricordi personali.

Su Battiato si muovono tutti, i giornali gli dedicano ampi articoli e copertine, torna anche in televisione a più riprese e la sua figura diventa popolare. Nei tanti anni a seguire l’artista prova a scompigliare il percorso, non solo canzoni, ma anche opere cominciando da Genesi, sempre negli Ottanta. Sull’argomento musica classica e contemporanea concorrono a parlarne autorevoli musicisti che hanno collaborato con Battiato.

Un capitolo dedicato alla pittura, uno al docu-film Attraversando il bardo e decine tra giornalisti e artisti che dicono la loro su un artista che non ha mai smesso di stupire per onestà intellettuale e per una creatività fuori dall’ordinario.

2 comments on “Franco Battiato, un libro di incontri.”

  1. Sarà sicuramente una opera da custodire gelosamente.. ricca di contenuti.
    Complimenti agli autori ed editori.

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