di Enrico Rocci
Ten Years Gone… il ricordo appassionato di un antico amore di Plant, mentre Page si esalta con le sovraincisioni di chitarra e l’atmosfera, malinconica, si tinge di blues. È l’ultimo brano della prima facciata del secondo disco di Physical Graffiti: siamo quasi dalle parti di “vicino alla salita in fondo alla discesa”, quando Albanese dà le sue indicazioni a U Stuorto ne I Topi. In realtà è semplice, non vuole depistare, è l’importanza della sequenza, il posto che deve avere un pezzo nell’economia del disco.
L’ha imparato Ben Affleck, grande fan degli Zeppelin, al punto da inserire nel suo film Argo When the Levee Breaks, da Led Zeppelin IV. La band l’ha autorizzato, a patto che rigirasse la scena: nella versione originale infatti un membro dell’ambasciata americana appoggia la puntina sul disco ed ecco che parte la batteria devastante di Bonham… e no, quello è di nuovo il quarto e ultimo brano del lato B, e così deve essere. Scena rifatta con buona pace per tutti.
Ma… non si doveva parlare dei Porcupine Tree? Basta cazzeggiare, sono passati dieci anni, quasi. Il 14 ottobre ottobre 2010 i Porcospini salivano sul palco della Royal Albert Hall di Londra per il loro ultimo, favoloso concerto. Ovviamente sold out, come era stato verso la fine di settembre per la data al Radio City Music Hall di New York.
Una setlist da sogno, lunghissima, un volo antologico sulla carriera della band nata nella cameretta di Steven Wilson a Hemel Hempstead, oltre un ventennio prima.
Sono passati dieci anni e i fan continuano ad aspettare (Godot), a scovare quel sound in altri gruppi, emuli o a loro ispirati, che siano i Riverside, gli Oak o certi Opeth; e continuano a seguire l’opera solista di Steven, sempre più libero e orientato al pop.
Sono passati dieci anni e non è tramontata l’abitudine, o dovrei dire ossessione, per le edizioni limitate: l’11 settembre (oddio, avrebbero potuto scegliere un’altra data) uscirà il vinile con il set acustico che ha aperto quell’esibizione londinese, titolo Pure Narcotic Acoustic Session (3.000 copie, credo già belle esaurite). E ai primi di febbraio, proprio mentre dilagava il Covid, ecco la spettacolare deluxe edition di In Absentia, l’album del 2002 che inaugurava la cosiddetta svolta prog metal, uno dei loro maggiori successi. O come si è trovato a dire Wilson in una recente intervista su Prog UK, “l’inizio della fine”.
Sono passati dieci anni e, invece, i nostri sono diventati meno snob riguardo la musica incorporea, digitale, e hanno il loro bravo spazio Bandcamp con un bel po’ di interessanti rarità live, a cominciare dalla prima esibizione in assoluto, al Nags Head, la sera del 4 dicembre 1993. Lontani i tempi in cui Steven Wilson, fautore della qualità del suono, fissato per le versioni remixate in 5.1 surround, distruggeva gli iPod a fucilate, con la fiamma ossidrica, con un martello o schiacciandoli sotto i pneumatici dell’auto. Sono passati dieci anni dalla Royal Albert Hall, e speriamo che finisca quest’anno maledetto che ha portato via così tante vite. Anche quella di Kozmik Ken, lo storico autista dei Porcupine, il factotum, e poi il DJ psichedelico, l’organizzatore di festival, l’uomo che “era fuori da questo mondo”. E che continua a viverci.